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Arrancando

In questi giorni sono parecchio in difficoltà. 

Arranco. Un po’ perché, oggettivamente, il pensiero che fino al 27 agosto non sarò in ferie mi turba un sacco. Sono stanca, affaticata, iperstimolata, e do segni di cedimento. Come sempre, per motivi che più o meno so (grazie sempre al mitico psicologo che mi fece uscire dall’emergenza, mi ripeto spesso le conclusioni a cui eravamo giunti, insieme, ma non sempre funziona), è Vale il mio motivo di sbalestramento. Sempre. È lui l’incontrollabile della situazione, lui quello che deraglia e fa cose che io non capisco (non vi immaginate chissà cosa eh, ma gioca in serie C, da quest’anno, coi grandi, e niente università, e quindi io sono tormentata da funeste visioni di fallimento, perché sono incapace di sfuggire al preconcetto che solo tramite una laurea si possa accedere ad una vita accettabile, al giorno d’oggi e senza appoggi). Lo vedo, se va bene, mezza giornata a settimana, e quando torna non riesco a non far pesare le mie paure, quindi lo coccolo e lo tormento, insomma, sono una mamma orribile in questo periodo. La cosa assurda è che si è diplomato, ha fatto giusti giusti 15 giorni di riposo (quanti 18enni, 19 a ottobre, ne fanno così pochi?) e poi è ripartito con la preparazione, allenamenti tutti i giorni, mattina e sera, per tre settimane, ora è passato a 1 giorno di riposo e solo due doppi, e quindi io sono divorata dall’angoscia, perché non studia? Perché non si iscrive a un’università online? Perché perché perché? Insomma, la gestisco male, cerco di lavorare su me stessa ma al momento i risultati sono scarsi.

Oltretutto pianificavo da mesi 11 giorni in macchina verso Budapest. Avevo lavorato all’itinerario, segnato albergucci e ristoranti, studiato piatti tipici e percorsi di corsa. Venti giorni fa Patri se ne è venuto fuori che col cavolo che vuol partire, ha solo due settimane di ferie (io 3) e vuole stare qualche giorno a casa per fare cose, ma soprattutto non vuole saltare partite di vale, perché è il primo anno fra i grandi e lui vuole esserci. Aggiungiamo anche che fino a fine agosto non sapremo nulla del calendario della malefica serie C, ne risulta che io non so quando partirò, ma soprattutto, perché sarei disposta anche a partire completamente alla ventura, non so se riuscirò a stare fuori oltre un brevissimo intervallo tra la domenica sera (partita di Vale e partenza?) e la domenica mattina successiva (di corsa per tornare per la partita, sempre che non giochi di sabato). Questa cosa mi ha totalmente sbalestrato, facendomi capire quanto avevo investito emotivamente su questo piccolo viaggio, volevo che fosse itinerante, ritmi serrati ma senza esagerare, vista la Ludina, ora è tutto imploso perché in 7 giorni nemmeno pieni andare fino a budapest è impensabile mantenendo un ritmo accettabile per una treenne, io faccio fatica a rassegnarmi, e senza poter pianificare tutto il mio castello in aria di progetti salvifici crolla (e qui ci ricolleghiamo al punto sopra dello psi con Vale, quando le cose sfuggono al mio controllo io vado nel panico. La cosa assurda è che sul lavoro invece sono brava a gestire gli imprevisti, anzi, tendono a divertirmi, è nella vita privata che non li sopporto).

Insomma, per i prossimi giorni ho due piccoli obiettivi a breve termine. Il primo è rilassarmi con Vale. Godermi gli istanti in cui c’è, evitare di fargli pesare i silenzi, il fatto che il suo poco tempo libero sia principalmente dedicato agli amici e alla bimba, chiacchierarci il più possibile, rilassarmi un po’ (ahhhhhh impossibile, la tragedia incombe, il fallimento, il divano con la birra -l’immagine incubo che avevo tirato fuori dallo psi, mio figlio quarantenne deluso e sprofondato sul divano con una birra e nient’altro in mano, sì sono tragica, e non so da dove venga fuori di preciso questo considerando che Vale si fa un mazzo cosmico da 10 anni, si è diplomato, alla scuola privata, vero, ma ricevendo i complimenti della commissione per l’orale così brillante, insomma, Vale non è un nullafacente, tutt’altro, eppure io ho queste visioni, che peraltro dicono molto di me, di cos’è il male per me, dei miei pregiudizi). 

Il secondo è fare la pace col discorso ferie, organizzarmi nei limiti, anche all’ultimo secondo, le mete che ho in mente non sono certo quelle più battute, quelle super affollate, poi nella settimana a cavallo tra agosto e settembre non credo di trovare la gente che si picchia, quindi niente, lavora Cri, fatti il mazzo fino al 26, e poi stacca, stacca davvero, ciao ciao tre settimane, ovunque tu vada.

3 pensieri riguardo “Arrancando

  1. Ovunque tu vada, se vuoi suggerimenti sull’Austria, più vicina di Budapest ma comunque con quel gusto Mitteleuropeo che magari cerchi, chiedi. Per il resto, tanta roba. La visione di Vale 40enne divanato mi ha fatto davvero sorridere. Ieri ho rincontrato la mia compagnia estiva della maturità, o meglio, parte di essa, prima estate insieme appunto quella della mia maturità, poi le 3/4 successive. La domanda in mezzo a noi tra spritz e risate era “come diavolo è andata la vita? quanto abbiamo realizzato dei sogni di quel tempo?” La coppia dell’epoca si era lasciata dopo 7 anni, io ieri li guardavo (lei separata, lui sposato ma la moglie non c’era) e pensavo che si guardavano in un modo pazzesco che avrebbero dovuto all’istante mollare tutto e rimettersi insieme. Ho solo capito che la vita è un gran casino per tutti. L’impegno di Vale è evidente, magari tra qualche anno lo vedremo in serie A, e mi pare logico che sia il punto focale del suo attuale farsi il mazzo. Scusa, commento mezzo delirante, ma questo tuo post oggi, al lavoro, con tutto il remember, mentre già sento il caldo milanese dopo 4 giorni di temperature perfette, mi ha stretto il cuore.

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  2. Era finito nelle spam! L’Austria l’avevamo esclusa perché siamo stati sia a Salisburgo che a Innsbruck, avevo pensato ad Halstatt, visto la tua pubblicità, ma poi ci mancavano delle tappe di aggancio. Intanto abbiamo prenotato a Napoli, e sono felicissima, c’è un sacco da fare, un altro mondo rispetto a Budapest, ma io mi accontento! Lo so che la visione di Vale sul divano sulla birra fa sorridere, e so anche che la vita ci porta in luoghi super inaspettati, la mia è una paura generale dell’ insoddisfazione cronica, che mi rappresento così. E figurati se una laurea, specie con la motivazione che ha lui di studiare, potrebbe scongiurare questo scenario, ma a me farebbe tanto mai bene sapere che la sta prendendo. Poi ovviamente penso “ma lui non deve fare le cose per star bene me” e allora parte una mia battaglia interiore, con due fazioni che si affrontano.

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